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Gli uomini di d’Annunzio: stato dell’arte e inedite prospettive di ricerca

Il contributo delinea le nuove prospettive di studio percorse dall'A.G.A.F. all'interno del filone di ricerca dannunziana, attraverso la sapiente commistione di competenze storiche, letterarie e grafologiche, che consentono di mettere in luce aspetti, tuttora, inediti della sorprendente personalità di Gabriele d’Annunzio, l’uomo che ha segnato il Novecento italiano.

Libro AGAF - Atti Convegno

Gli uomini di d’Annunzio: stato dell’arte e inedite prospettive di ricerca.

di Andrea Di Luzio - Vice Presidente e Consigliere A.G.A.F.


Secondo Virginia Woolf, “dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”. Affermazione sicuramente vera, non del tutto per il Poeta. Gabriele d’Annunzio è stato certamente affiancato da grandi donne ma anche da grandi uomini che hanno influenzato il suo percorso.

L’ A.G.A.F. – Associazione Grafologi Aternini Forensi, operante nella città di Pescara al fine di diffondere la cultura e la formazione grafologica, con la preziosa collaborazione del dott. Franco Di Tizio, medico umanista, studioso del Cenacolo michettiano e biografo dannunziano, che in più di quarant’anni di studi ha dato alle stampe numerosi volumi, nel partecipare alla quarta edizione della “Festa della Rivoluzione” 2022, si prefigge di fornire, attraverso l’utilizzo della scienza grafologica, un contributo originale per l’approfondimento di alcune delle dinamiche legate all’Uomo d’Annunzio, un quadro esaustivo e dai risvolti inediti in merito alle figure di Maurice Barrès, Tom Antongini e GianCarlo Maroni, stretti collaboratori del Vate anche se in epoche differenti.

Il citato ciclo di conferenze si inserisce in un proficuo filone di ricerca già inaugurato nella prima edizione del 2019, in cui ricorreva il centenario dell’impresa fiumana, alla quale l’Associazione ha preso parte con il convegno intitolato: “Gabriele d’Annunzio: l’Impresa di Fiume e l’ardire nella scrittura. Si spiritus pro nobis, quis contra nos?”.

In occasione della IV edizione del Convegno vengono esaminate le figure degli stretti collaboratori del Vate in una prospettiva storico-letteraria e attraverso lo studio della personalità in ambito grafologico, strumento capace di fornire una chiave di lettura nuova in merito alle implicazioni di natura sociale, politica, istituzionale e dei loro rapporti di amicizia.

Tale analisi permette di delineare e svelare tratti della poliedrica e composita personalità del Vate, di analizzare sotto chiavi interpretative diverse gli eventi principali che hanno caratterizzato la vita di D’Annunzio, nonché il suo rapporto segreto con Mussolini.

Un quadro così delineato può essere ben ricostruito ed esaminato dal confluire di specifiche e variegate competenze storiche, giuridiche, letterarie e grafologiche, che consentono di mettere in luce la sorprendente personalità di Gabriele d’Annunzio, l’uomo che ha segnato il Novecento italiano.

L’apporto della scienza grafologica, attraverso l’analisi di personalità, dona un inedito contributo nonché un valore aggiunto nella ricostruzione di questa complessa vicenda, le cui tesi verranno suffragate dalla presentazione e dall’analisi di documenti originali di interesse storico e grafologico inerenti alla vicenda dannunziana.

L’armonica concertazione delle diverse professionalità che animano e arricchiscono l’Associazione e la recente pubblicazione del dott. Di Tizio, I rapporti segreti fra d’Annunzio e Mussolini nelle rivelazioni di Tom Antongini (Pescara, Ianieri Edizioni, 2021), consentono di poter intavolare una riflessione articolata e un proficuo dibattito critico che possono ben inserirsi e contribuire con un valido intervento nell’ambito della più ampia manifestazione della “Festa della Rivoluzione” 2022.

In particolare il Presidente dell’Associazione, dott. Maurizio Biondi, nel suo intervento intitolato: “La vita come opera d’arte. Gli uomini di d’Annunzio: confronto tra grafologia, storia e letteratura”, esamina le figure di tre uomini: Maurice Barrès, Tom Antongini e GianCarlo Maroni, con particolare attenzione alla tipologia dei rapporti intrattenuti con D’Annunzio e al loro contributo offerto nell’affermazione della sua personalità e nell’edificazione del mito, strumenti utilizzati dall’Artefice geniale al fine di realizzare la sua vita come un’opera d’arte.

Il primo, politico e scrittore francese, costituisce una figura di spicco del nazionalismo francese repubblicano, che ha profondamente influenzato il Poeta nella sua teorizzazione politica; mentre Tom Antongini, scrittore, giornalista, diplomatico, è stato lo storico amico del Poeta per circa quarant’anni, suo segretario particolare dal 1910 al 1921, nonché il suo primo biografo.

A seguire il dott. Franco Di Tizio introduce l’argomento:“D’Annunzio e Antongini. La verità sui loro rapporti”. Tommaso Antongini seppur nato a Premeno (Novara) il 15 settembre 1877 da Alberto e da Clotilde Nay, conobbe Gabriele d’Annunzio nel 1897 a Firenze mentre vi frequentava l’Istituto di Scienze Sociali. Ne nacque sin da allora un rapporto di amicizia che proseguì sino alla morte del Poeta.

Il relatore nel suo studio ha voluto approfondire con la dovuta cura, necessaria per l’argomento trattato, non solo i rapporti formali intercorsi, ma anche quelli più personali e sconosciuti.

Segue l’intervento della dott.ssa Alessandra Scorcia che, nel contributo “Gabriele d’Annunzio, Tom Antongini e Maurice Barrès: gli uomini dietro il mito”, analizza, in prospettiva storico-letteraria e grafologica, le due figure che, fra le innumerevoli che hanno animato e arricchito l’orizzonte di rapporti intessuti da D’Annunzio, hanno esercitato sul Poeta un’influenza peculiare, i cui frutti sono confluiti nella sua vicenda personale e letteraria.

Infine la dott.ssa Elsa Abrugiato affronta il rapporto tra “GianCarlo Maroni e l’edificazione del Vittoriale: l’ultimo D’Annunzio e la conservazione della memoria personale e collettiva”, in cui esamina l’uomo che ha accompagnato il Poeta nell’ultima fase della vita, GianCarlo Maroni, giovane architetto trentino, incaricato di ristrutturare Villa Cargnacco, poco più di un casale di campagna, divenuto poi il Vittoriale, che avrebbe accolto il Poeta fino alla sua morte.

Uno studio così concepito si è dimostrato ed è tuttora fecondo di spunti di ricerca anche per personaggi, quali Antongini, Barrès e Maroni, già indagati in chiave storico-letteraria, ma sui quali molto altro può essere messo in luce proprio attraverso il suddetto metodo d’indagine, come i presenti contributi dimostrano.

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